Il ruolo dell’Intelligenza Artificiale nella democrazia del XXI secolo. Dalla piazza virtuale al potere

Qual è il rapporto tra AI e Democrazia. l’AI può essere democratica, nel senso di rendere l’informazione fruibile a tutti e rivoluzionaria nel senso di dare a tutti la possibilità di veicolare a grandi masse informazione libera e non controllata e eterodiretta dal potere? 

La Democrazia corrisponde ad una definizione precisa, che non c’entra nulla con l’AI, i motori di ricerca, il posizionamento dei siti web e la SEO o l’intelligenza artificiale. La definizione più elementare di Democrazia è che si tratta di una “Forma di governo in cui il potere viene esercitato dal popolo, tramite rappresentanti liberamente eletti”. Dentro questa estremamente sintetica definizione, c’è un intero panorama di altre considerazioni che vanno fatte. La prima è chiedersi chi è il Popolo, la seconda è chi sono i Rappresentanti, la terza è cosa significa Liberamente Eletti. 

Procedendo per sintesi credo si possa dire che: 

  • il Popolo corrisponde a tutti coloro che essendo riconosciuti cittadini all’interno di uno Stato sovrano, possiedono ed esercitano il diritto di voto loro riconosciuto e costituiscono il Corpo Elettorale. 
  • I Rappresentanti sono coloro che vengono scelti dal Popolo, cioè dal Corpo Elettorale, attraverso le elezioni. 
  • Per Liberamente Eletti si intende che le Elezioni devono avvenire, senza che nessuno possa impedirlo, a scadenza prefissata, più o meno ogni 5 anni, e con un sistema che non sia coercitivo e che deve essere plurale, cioè le elezioni devono essere libere e devono partecipare diversi partiti. 

Tuttavia, nel corso della storia quello che a prima vista sembrerebbe un sistema semplice e sicuro, ha generato delle mostruosità come il nazifascismo. Da qui in poi la faccenda si fa complicata da spiegare, dal momento che vorrei introdurre la riflessione sull’AI, il posizionamento dei siti web e la SEO e il loro rapporto con l’opinione pubblica e la Democrazia e su questo confrontarmi con chi legge. Dirò soltanto che alla base del sistema teorico sopra accennato e affinché possa veramente essere Democratico, c’è l’urgenza che il Popolo riesca a farsi una Libera Opinione. Ed una delle condizioni per formare la libera opinione è l’esistenza di un sistema di informazione competitivo, multipolare, senza controllo monopolistico riconducibile a singoli individui e/o gruppi privati o pubblici.

Intelligenza Artificiale e Politica. L’informazione e la comunicazione democratica,le tecniche di posizionamento dei siti web e la SEO sui motori di ricerca

Ed eccoci all’Intelligenza Artificiale, alla Democrazia Digitale, al posizionamento dei siti web e la SEO. Prima però una breve digressione su due forme di Democrazia, quella Parlamentare, che può essere Maggioritaria o meno, e quella Diretta. Nella Democrazia Parlamentare, Maggioritaria o meno che sia, il potere è amministrato dal Popolo ma usando degli intermediari, gli eletti dal Popolo nel Parlamento. La Democrazia Diretta è, invece, amministrata direttamente dal popolo senza intermediari e senza Parlamento. 

Secondo me l’Intelligenza Artificiale diventa uno strumento di democrazia con le tecniche di posizionamento dei siti web e la SEO e la sua applicazione nella produzione di contenuti e svecchia l’idea stessa della Democrazia, con strumenti nuovi e utili alle esigenze di funzionamento della Democrazia Parlamentare, facendo uso delle tecniche di pubblicazione di contenuti informativi diretti per mezzo del web, senza intermediazione alcuna.

La formazione della libera opinione digitale sul web Google e libertà d’informazione

Sappiamo che uno dei requisiti essenziali della Democrazia è la formazione di una libera opinione da parte del popolo, attraverso un sistema libero di informazione. Cos’è l’AI se non uno strumento di comunicazione, veicolato anche da Google, attraverso il quale fornire informazione con il posizionamento dei siti web e la SEO? Se siamo d’accordo su questo posso andare avanti, nel senso che adesso si tratta di capire se l’informazione fornita con l’AI è libera oppure è controllata o controllabile. Facciamo un piccolo passo indietro. Gli elementi dell’AI sono: il Word Wilde Web, i siti pubblicati sul Web, un motore di ricerca, gli utenti che svolgono le loro ricerche sul Word Wilde Web. Per cercare di rendere più chiara la faccenda dell’AI democratica punto sul fatto che lo sviluppo costante delle tecnologie digitali, come dimostra l’avvento dell’intelligenza artificiale, impone la revisione costante dei concetti anche per quel che riguarda la democrazia. Infatti, esiste anche una definizione di democrazia che è detta elettronica e che risale al 2001 che recita; “La Democrazia elettronica o e-Democracy, è la libertà di accesso alle informazioni e la possibilità di esprimere la propria opinione su qualsiasi argomento che Internet garantisce a tutti gli utenti in uguale misura”.

E-Democracy Democrazia Elettronica e la trasparenza del Potere e delle Istituzioni. L’Impatto della tecnologia sulla democrazia

Detta così è un po’ confusa come definizione, perché ci si domanda chi garantisce la libera accessibilità alle informazioni della rete (il concetto di Internet è troppo vago), chi l’espressione delle proprie opinioni, ma anche quali informazioni, in possesso di chi e quale opinione. Detto questo, torniamo al nostro argomento dell’AI democratica e del posizionamento dei siti. Secondo la definizione di democrazia elettronica l’utente che effettua la sua ricerca (ammesso che Internet ne garantisca la libertà), deve potere essere libero non solo di cercare ma anche e soprattutto di trovare l’informazione che cerca attraverso un motore di ricerca, su un sito pubblicato sul Web. A questo punto è chiaro che tra l’utente e l’informazione che cerca c’è chi è in possesso dell’informazione e la pubblica e, soprattutto, c’è il motore di ricerca che consente all’utente, grazie alle tecniche AI e di posizionamento dei siti web e la SEO, di trovarla.

Algoritmi e potere. L’informazione libera resa visibile con l’AI

Siamo quasi al dunque infatti, come fa l’utente a trovare l’informazione che cerca? Lo fa attraverso l’AI. E chi fa l’AI? La fa o la commissiona, chi detiene l’informazione pubblicata sul sito. Ciò significa che se da un lato c’è qualcuno che ha un’informazione e la vuole pubblicare, deve non solo essere libero di accedere al Web ma anche adottare le tecniche AI più adeguate affinché sia trovata la pagina web sulla quale è pubblicata. Dall’altra il motore di ricerca, pur se di proprietà di una società privata, non può che fare in modo di far trovare la pagina che contiene l’informazione. Fin qui mi pare che ci siamo. Infatti, l’aspetto che regge l’AI democratica è l’esigenza dell’utente e il suo interesse nel cercare l’informazione che gli serve e che soddisfa intercettando la pagina web pubblicata dal detentore dell’informazione. L’unica cosa che resta da analizzare per capire se esiste l’AI democratica è quella del motore di ricerca. Infatti, chi controlla il motore di ricerca? Uno dei più grossi motori di ricerca, se non il più grosso al mondo, è Google e la società che fa capo a Larry Page e Sergey Brin, cioè una Multinazionale privata che ha una natura di per sé antidemocratica.

Se una delle variabili dell’AI democratica è antidemocratica, come fa a definirsi democratica? Come funzionano i motori di ricerca e Google in particolare

Sappiamo che Google funziona con degli algoritmi. Lascio ad altri e più pertinenti interventi l’analisi e la spiegazione degli algoritmi di Google. La potenza di Google e il suo emergere e imporsi sugli altri motori di ricerca è stato determinato dalla capacità dei suoi algoritmi di fornire risultati di ricerca, cioè le Serp, più autorevoli di tutti gli altri concorrenti. Nel corso del tempo gli algoritmi si sono sempre più specializzati nel fornire all’utente, Serp sempre più autorevoli per le sue keywords. Perché? Perché l’interesse di Google è quello di fornire agli utenti risultati sempre più aggiornati per le loro frasi chiave di ricerca, ovvero i termini con i quali si esprimono per cercare informazioni su Google. l’AI serve a questo, a far trovare agli utenti i siti, cioè l’informazione esatta, che stanno cercando, la più pertinente possibile, la più completa. Per raggiungere l’obiettivo, Google elabora costantemente i suoi algoritmi in direzione della Semantica. Cioè, oltre ai segnali informatici contenuti nei siti, l’algoritmo di Google “legge”, adesso anche con l’ausilio dell’AI, cosa c’è scritto nelle pagine dei siti web. Quanto più l’informazione contenuta nelle pagine dei siti è autorevole, tanto più quel sito sarà visibile nella Serp della frase chiave dell’utente. Tuttavia, l’autorevolezza dell’informazione si misura attraverso altri parametri che non sono solo quelli delle singole frasi e parole scritte sulla pagina del sito. Ed ecco perché per rendere autorevole l’informazione è necessaria l’AI, cioè l’insieme delle tecniche utilizzate affinché l’informazione contenuta nella pagina di un sito sia autorevole e diventi sempre più visibile per domande e frasi chiavi di ricerca dell’utente.

Intelligenza Artificiale e Democrazia

Un primo dato dal quale supporre che l’AI democratica e il posizionamento dei siti possono funzionare per migliorare la forma di Governo Democratica, è dato dall’interesse economico di Google di far trovare all’utente l’informazione più autorevole che cerca. Tuttavia, è necessario dimostrare che sia così. Google non è il solo strumento informatico che utilizza il sistema degli algoritmi per fornire informazioni. L’altro grande strumento mondiale analogo è Facebook, anche questo con caratteri antidemocratici. La forza di Facebook è la sua capacità di mettere in connessione velocemente moltissimi individui attraverso almeno 3 dispositivi elettronici, il desktop, lo smartphone, l’ipad, grazie alle reti telefoniche e Wifi. Su Facebook passano ogni giorno sulle Home degli utenti milioni di informazioni, dalle più banali e inutili a quelle più importanti. Tuttavia, ed è la seconda domanda che pongo, secondo voi quale dei due strumenti è più utile all’AI democratica, Facebook o Google?

Facebook e Google, 2 strumenti antidemocratici quanto l’Intelligenza Artificiale

Gli utenti di Facebook nel mondo sono circa 3 miliardi. Non so a quanto possa ammontare la media degli amici per ogni profilo utente, ma di certo per ogni utente non è possibile ogni giorno vedere sulla propria Home l’attività e l’informazione pubblicata da tutti i suoi contatti. Allora cosa vediamo sulla nostra Home di Facebook? Vediamo ciò che l’algoritmo di Facebook seleziona per noi, sulla base della nostra attività. Nonostante tutte le polemiche su Facebook e la manipolazione dell’informazione sulla piattaforma, se io sono un appassionato velista la maggior parte della mia attività online in genere e su Facebook in particolare in termini di like, link pubblicati, pagine che mi piacciono, gruppi ai quali mi iscrivo, amici con i quali interagisco di più, saranno naturalmente orientati alla vela ed è difficile che sulla mia Home possa essere messo in risalto un’informazione che riguardi il calcio. Ciò vale anche per l’informazione e i suggerimenti che Facebook mi propone. Anche Facebook, nel suo interesse, lavora per fornire all’utente l’informazione che cerca ma lo fa a monte, partendo dalle preferenze dell’utente e non è detto che queste siano democratiche. Anche Google soddisfa a prescindere le preferenze dell’utente, al di là del fatto se queste siano democratiche oppure no. Per questo sono convinto che Google e Facebook sono strumenti digitali democratici e in quanto digitali, noi possiamo interagire con i loro algoritmi con le tecniche AI e di posizionamento, per diffondere idee democratiche che le multinazionali digitali proprietarie non avrebbero nessun interesse a contrastare. Attraverso Google qualsiasi utente può rintracciare l’informazione che cerca e diffonderla con Facebook e viceversa.

Informazione virale vitale per la democrazia

Se è interessante o coinvolgente, inoltre, l’informazione diventa virale cioè visibile a moltissimi utenti e può cambiare o orientare l’opinione di migliaia di persone. Questo sistema, a mio avviso, alimenta l’AI democratica, a prescindere dagli strumenti che la veicolano, Facebook e Google. Perché da una parte ci sarà un interesse da parte di qualcuno, da qualche parte nel mondo, purché sia connesso, a pubblicare un’informazione ed a perfezionarla attraverso l’AI che, tra l’altro, è riconosciuta essere senza pregiudizi, perché i modelli AI sono statistica e matematica pura e daranno visibilità in maniera sempre più democratica scegliendo la risposta migliore alla domanda degli utenti. 

Dall’altra, ci sarà un interesse analogo a diffondere tale informazione. L’unico problema riguarda il tipo di interesse che suscita tale informazione ma, a prescindere da questo, se l’informazione riscontra un interesse negli utenti, l’interesse di Google e di Facebook o di Facebook e di Google è di diffonderla e renderla quanto più visibile possibile. Ecco perché, secondo me, l’Intelligenza Artificiale è democratica ed è destinata a riscuotere sempre maggiore interesse, specie con la sua applicazione diretta nella ricerca sia dal lato dei motori che da quello degli utenti nella comunicazione politica, il che spiega perché i tentativi di porre sotto controllo il web da parte del potere politico sono sempre in agguato, anche nei regimi democratici, ed ecco perché per gli accentratori di potere, per esportare la democrazia è sempre meglio la guerra che l’AI, perché la guerra genera profitti per pochi, l’AI per molti.

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    FAQ: AI e Democrazia: Domande Chiave e Risposte Semplici

    In che modo l’AI può contribuire a rafforzare la partecipazione democratica?

    L’intelligenza artificiale, se utilizzata in modo etico e trasparente, ha il potenziale di rivoluzionare la partecipazione democratica. Ecco alcuni modi in cui potrebbe contribuire:

    • Maggiore accesso all’informazione: L’AI può aiutare a filtrare e organizzare grandi quantità di dati, rendendo più facile per i cittadini accedere a informazioni accurate e pertinenti su temi politici.
    • Facilitazione della partecipazione: Piattaforme online basate sull’AI possono semplificare la raccolta di opinioni pubbliche, consentendo ai cittadini di esprimere le proprie preoccupazioni in modo più efficace.
    • Personalizzazione dell’informazione: L’AI può adattare l’informazione alle esigenze individuali, rendendo i dibattiti politici più rilevanti e coinvolgenti.
    • Miglioramento dei processi decisionali: Gli algoritmi di AI possono analizzare grandi quantità di dati per identificare trend, prevedere impatti e supportare i decisori politici nel prendere decisioni più informate.
    • Trasparenza e accountability: L’AI può essere utilizzata per rendere i processi decisionali più trasparenti, consentendo ai cittadini di monitorare l’attività dei loro rappresentanti.

    Quali sono i principali rischi connessi all’utilizzo dell’AI nella politica?

    Nonostante i potenziali benefici, l’utilizzo dell’AI in politica presenta anche dei rischi significativi:

    • Manipolazione dell’opinione pubblica: L’AI può essere utilizzata per diffondere disinformazione, propaganda e fake news, manipolando l’opinione pubblica e indebolendo la fiducia nelle istituzioni.
    • Discriminazione algoritmica: Gli algoritmi di AI possono incorporare e amplificare pregiudizi presenti nei dati su cui sono addestrati, portando a decisioni discriminatorie e inique.
    • Perdita di controllo umano: Un’eccessiva dipendenza dagli algoritmi di AI può portare alla perdita di controllo umano sui processi decisionali, con conseguenti rischi per la democrazia.
    • Sorveglianza di massa: L’AI può essere utilizzata per monitorare e tracciare le attività dei cittadini in modo massiccio, minacciando la privacy e le libertà individuali.

    Come possiamo garantire che l’AI sia utilizzata in modo etico e responsabile?

    Per mitigare i rischi e massimizzare i benefici dell’AI, è fondamentale adottare una serie di misure:

    • Trasparenza degli algoritmi: Gli algoritmi utilizzati per prendere decisioni che hanno un impatto sulla società devono essere trasparenti e comprensibili.
    • Responsabilità degli sviluppatori: Gli sviluppatori di sistemi di AI devono essere responsabili delle conseguenze delle loro creazioni.
    • Regolamentazione etica: È necessario sviluppare un quadro normativo che stabilisca principi etici chiari per lo sviluppo e l’utilizzo dell’AI.
    • Educazione digitale: È fondamentale educare i cittadini a comprendere i meccanismi dell’AI e a valutare criticamente le informazioni che ricevono online.
    • Collaborazione internazionale: È necessario promuovere una collaborazione internazionale per sviluppare standard etici condivisi per l’AI.

    Quali sono le implicazioni dell’AI per il pluralismo dei media e la libertà di espressione?

    L’AI ha un impatto significativo sul pluralismo dei media e sulla libertà di espressione. Da un lato, può contribuire a una maggiore diversità di voci e a una migliore distribuzione dell’informazione. Dall’altro, può concentrare il potere nelle mani di poche grandi aziende tecnologiche e facilitare la diffusione di disinformazione.

    Alcuni dei principali impatti includono:

    • Filtri di bolla: Gli algoritmi di AI possono creare “filtri di bolla” personalizzati, esponendo gli utenti solo a informazioni che confermano le loro opinioni preesistenti e limitando l’esposizione a punti di vista diversi.
    • Diffusione di fake news: L’AI può essere utilizzata per creare e diffondere contenuti falsi in modo rapido ed efficace, minacciando il dibattito pubblico.
    • Censura algoritmica: Gli algoritmi possono essere utilizzati per censurare contenuti e limitare la libertà di espressione, anche in modo involontario.

    Per affrontare queste sfide, è necessario promuovere un dibattito pubblico aperto e informato sui rischi e le opportunità dell’AI, nonché sviluppare politiche pubbliche che tutelino il pluralismo dei media e la libertà di espressione.