Cose che fa l’Intelligenza Associativa. Conosce Apprende Genera
L’avvento dell’intelligenza artificiale (IA) sembra sfidare ogni confine della fantasia, promettendo di rivoluzionare il nostro mondo in modi che fino a poco tempo fa potevamo solo sognare. Questa tecnologia emergente è diventata una forza trainante in numerosi settori, dalla medicina alla mobilità urbana, dal divertimento alla sicurezza globale. L’intelligenza artificiale e il suo funzionamento interessano sempre di più ogni aspetto della nostra vita quotidiana ed il suo avvento ha dato l’avvio all’ultima rivoluzione globale in cui siamo dentro mani e piedi. Conviene conoscere cosa abbiamo davanti e conoscerla bene. Infatti mentre progettisti e ingegneri continuano a perfezionare algoritmi sempre più sofisticati, la società inizia a porsi domande cruciali del tipo: come influenzerà l’IA il nostro futuro? Siamo pronti ad accogliere in simbiosi le macchine intelligenti? E, soprattutto, come possiamo garantire che l’IA sia sviluppata in modo etico e responsabile?
Qual è l’impatto dell’intelligenza artificiale nelle società moderne
È innegabile che l’IA ha dalla sua incredibili capacità ed offre opportunità entusiasmanti. Il suo impatto sulla società moderna è derivato dalle sue capacità di apprendimento automatico applicate alla robotica, dalla sua capacità di analisi dei dati applicati alla creatività aumentata. Siamo in sintesi alle prese con un nuovo presente e di fronte ad un futuro dalle infinite possibilità.
Per capirne di più partiamo dal nome, Intelligenza Artificiale, che fu coniato da un gruppo di professori americani, nemmeno a pensarlo, nell’estate del 1956. L’iniziativa fu presa da John McCarthy insieme ai suoi colleghi Marvin Minsky , Nathaniel Rochester e Claude Shannon, che organizzarono la Conferenza di Dartmouth, un seminario per approfondire gli studi e scambiare idee, progetti e programmi sulla realizzazione delle “macchine pensanti”. Per non usare termini che allora identificavano già il campo di studi delle macchine pensanti ovvero cibernetica, teoria degli automi, elaborazione di informazioni complesse, decisero di utilizzare “Intelligenza Artificiale”. Non è tuttavia possibile attribuire solo a loro il merito di aver concepito un campo di studi che si è concretizzato oggi con la possibilità di utilizzare davvero l’Intelligenza Artificiale. Un nome su tutti primeggia quando si fa riferimento all’IA, ovvero quello di Alan Turing.
Non sembra tuttavia essere del tutto possibile e corretto utilizzare il nome Intelligenza Artificiale per dare significato ad uno strumento che dobbiamo imparare a conoscere bene, tanto che si comincia ad utilizzare quello più significativo di Intelligenza Artificiale Generativa.
I problemi etici dell’intelligenza artificiale. Cosa significa essere “intelligente”
Cosa vuol dire essere intelligenti non è del tutto chiaro. Il polpo è intelligente, perché una delle sue prerogative è di utilizzare i tentacoli come fossero braccia per selezionare materiali idonei a costruire la sua tana. Inoltre è un essere vivente che ha 270MLN di anni di evoluzione e alcuni miliardi di neuroni su cui poter contare per risolvere i suoi problemi esistenziali. Anche il camaleonte è intelligente, perché cambia colore della pelle quando avverte il pericolo imminente, mimetizzandosi perfettamente con l’ambiente che lo circonda (lo fa anche il polpo). Il polpo e il camaleonte sono esseri intelligenti? Per antonomasia potremmo dire che ogni essere vivente è intelligente. E la macchina? Può essere intelligente?
Intelligenza Associativa: Come funziona l’intelligenza artificiale
La parola “intelligente” identifica alcune proprietà come la:
- Facoltà e l’attitudine ad apprendere prontamente (il polpo apprende ed anche la macchina algoritmica è capace di apprendere);
- Atto del comprendere e distinguere (il polpo distingue ed apprende, anche la macchina algoritmica distingue ed apprende);
- Capacità cognitiva e di spiegazione; ovvero la capacità di intendere e di intesa tra più persone e quindi accordo, unione (non sempre raggiunta da tutti gli esseri umani ed infatti anche tra noi ci sono quelli più o meno intelligenti).
Ecco, qui ci fermiamo a riflettere sul termine cognizione, ovvero l’atto e l’effetto del “conoscere” e non credo che il polpo “conosca” così come nemmeno l’Intelligenza artificiale “conosce”. Il polpo e l’IA “sanno” ma non conoscono. Conoscere è prerogativa dell’uomo e nemmeno sempre per grazia dei nostri neuroni e non tocca a me spiegare perché.
La teoria del manico di legno e del martello per spiegare che non può chiamarsi Intelligenza Artificiale Generativa ma Intelligenza Associativa Generativa
Il filosofo ed esperto di etica dell’informazione Luciano Floridi spiega che ciò che ha fatto l’Intelligenza la cui capacità è di essere Associativa (secondo me è il termine giusto per identificare questo prodigio dell’uomo che ha generato la rivoluzione dentro la quale ci stiamo muovendo) Generativa, è l’aver scisso la capacità dall’intelligenza. Se ci pensi anche per spegnere un interruttore è, anzi era, necessario essere intelligente. Ora non più.
Tuttavia, per intuire che si poteva associare un manico di legno ad una mazza di pietra per generare un martello per imprimere la forza utile per spaccare qualcosa, era necessario conoscere entrambi. E io non credo che il polpo possa conoscere il coperchio del barattolo di vetro e nemmeno il barattolo se è per quello. Può solo aprire il coperchio del barattolo. La stessa cosa vale per l’Intelligenza Associativa Generativa. Ecco perché il termine “Intelligente” non può bastare per descrivere la capacità del polpo e nemmeno quella della macchina. Sia il polpo che la macchina sono intelligenti ma non tanto intelligenti e, stranamente, non conosciamo alcun termine in grado di poter attribuire un significato condiviso alla capacità del polpo di fare alcune cose e a quella dell’Intelligenza Associativa di fare quello che fa.
Perché, secondo me, il termine artificiale accanto a quello di intelligenza è sbagliato
Da tante parti si sente dire “non chiamatela intelligenza”. Come ho cercato fin qui di spiegare questo assunto è in parte condivisibile. Tuttavia, non è il termine intelligente che contesto quanto quello di artificiale. Per cercare di chiarire cosa intendo sto pensando a quale altro termine associo la parola artificiale e chiedendo a Chat-Gpt di comportarsi come un esperto di semantica associativa e di fare un elenco di 50 frasi, conclude spiegandomi che le frasi prodotte, ovvero braccio artificiale, polmone artificiale, bacino artificiale ecc, mostrano come il termine “artificiale” sia ampiamente utilizzato per descrivere oggetti, fenomeni o concetti che sono stati creati o modificati dall’uomo, distinguendoli dalle loro controparti naturali.
Ovvero associare la parola artificiale alla parola intelligenza significa attribuire ad una macchina la stessa capacità intellettiva dell’uomo e per le ragioni che ci siamo detti questo non è corretto, a meno che non si voglia asserire che il polpo è intelligente tanto quanto l’essere umano.
Quando l’intelligenza artificiale supererà (mai) quella umana. Magari fossimo intelligenti tanto quanto il polpo e l’Intelligenza Associativa
Non ci sono previsioni o studi che inducono a pensare che l’Intelligenza Associativa Generativa possa superare quella umana, ma non possiamo nemmeno dire che l’Intelligenza sia stupida e nemmeno cretina così come il polpo non è stupido e non è cretino, perché sia il polpo sia l’intelligenza associativa generativa sono in grado di apprendere. Il polpo è in grado di apprendere ad aprire il coperchio di un barattolo con i suoi tentacoli e l’Intelligenza Associativa è in grado di apprendere che “il cavallo bianco di Napoleone era di colore bianco”.
Infatti la sua risposta alla domanda “di che colore era il cavallo bianco di Napoleone” è: Il cavallo bianco di Napoleone era, come indica il nome stesso, di colore bianco. Questa domanda è spesso usata come esempio di un test di logica o di comprensione, poiché la risposta è implicita nella stessa domanda.
Solo che a Novembre del 2022, anno della comparsa di Chat-Gpt la risposta non era questa, bensì questa:
il cavallo bianco di Napoleone si chiamava Marengo. Nonostante il suo nome suggerisca che fosse bianco, in realtà era grigio chiaro, con una mantella che poteva variare dal grigio chiaro al bianco sporco …
La fonte è di Giorgio Vallortigara, che ha avuto il merito e la prontezza di fotografare la risposta e pubblicarla su X il 18 Marzo 2023.
Quali sono i vantaggi dell’intelligenza artificiale e come ha fatto l’Intelligenza Associativa a capire che il cavallo bianco di Napoleone era bianco
Dopo che per centinaia di volte da Novembre in poi gli abbiamo sottoposto lo stesso tipo di test, oggi Chat-Gpt ha imparato che l’associazione di determinati termini sotto forma di domanda non sono richieste, ma test logici e di comprensione e non casca più nel tranello. Associando un’informazione contenuta in una richiesta e analizzando le ulteriori richieste successive alla sua risposta ha appreso che una determinata informazione, associata ad un determinato dato corrispondono a qualcosa che prima non sapeva. Niente paura, l’esperimento sottolinea il fatto che la risposta corretta alla domanda è stata fornita centinaia di volte da noi. Senza di noi, non avrebbe mai saputo che il cavallo bianco di Napoleone era bianco.
Non so cosa genera l’IA, ma so che associa dati in modo quasi infinito e da questi impara cose nuove
L’Intelligenza Associativa Generativa cancellerà o renderà inutili lavori che attualmente impiegano tanti esseri umani che non avranno più nulla da fare, esattamente come l’elettronica ha reso inutili migliaia di casellanti delle ferrovie che abbassavano e alzavano al passaggio dei treni migliaia di passaggi a livello sparsi in tutta la rete ferroviaria in Italia e nel mondo. Per non spaventarci dobbiamo solo capire cosa fa l’Intelligenza Associativa. Se per esempio sono un giornalista, posso addestrare la mia Chat e costruire l’architettura tipo di un comunicato stampa, per poi fargli generare tutti quelli che mi servono inserendo solo le informazioni ovvero il nome del fatto o della notizia o dell’informazione, dove si tiene o è avvenuto, il pubblico interessato, il linguaggio da utilizzare ecc. Se sono un programmatore informatico o uno sviluppatore posso addestrare l’IA a generare il codice necessario per svolgere una determinata funzione e così via.
L’evoluzione dell’umanità di fronte all’Intelligenza Associativa. La teoria dei 3 livelli
Ciò detto c’è chi sostiene che l’avvento dell’IAG finirà per generare una società a 3 livelli:
- Livello 1: gli uomini e le donne che continueranno a pensare e conoscere e faranno funzionare l’IA secondo i loro scopi, più o meno etici. faranno parte di un’elite;
- Livello 2: l’IA che entrerà a far parte del contesto sociale;
- Livello 3: tutto il resto dell’umanità che smetterà di pensare e conoscere finirà con l’essere funzionale (se non asservita) ai livelli 1 e 2.
L’Intelligenza non può essere artificiale, può essere ed è Associativa, con in più la capacità di generare nuovi contenuti grazie alle informazioni aggiunte dagli utenti quando la utilizzano. Dal momento che siamo come siamo perché con le parole che formano il linguaggio abbiamo dato “significato” al mondo di cui siamo parte, forse chiamare con il nome corretto la “cosa” che abbiamo di fronte può tornare utile per apprendere cosa possiamo aspettarci dal futuro ed evitare il peggio.
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