Lo storytelling nel marketing per vendere di più.
Perché tutti conoscono la Gioconda, sanno chi l’ha dipinta e dove si trova e pochi conoscono il Ratto di Proserpina, chi l’ha scolpita e dov’è custodita?
Lo Storytelling è la modalità marketing attraverso la quale si racconta un luogo, un evento, un oggetto o una persona.
Lo storytelling è un efficace strumento di marketing, non è facile da usare ma funziona a meraviglia, nel bene e nel male, quando a raccontare sono gli altri. Per questo nel web le recensioni sono molto importanti e tutti le chiedono.
Lo storytelling e l’arte di creare emozioni
Sono stati sempre gli altri a raccontare la Gioconda e il Louvre che la custodisce. Ed infatti, quando arrivi davanti alla Gioconda non vedi nulla. Un piccolo quadretto coperto da un vetro, che puoi osservare solo da una distanza di almeno 5 metri se sei fortunato e trovi poca gente.
Un “quadretto” che se la Gioconda non fosse la Gioconda, nemmeno noteresti.
Perché, dunque, nessuno conosce il Ratto di Proserpina o Apollo e Dafne? Perché nessuno le racconta mentre la Gioconda, dall’avvento dei mezzi di comunicazione di massa, è sempre stata raccontata in innumerevoli spot pubblicitari fin dal 1982.
Lo storytelling. Un esempio da manuale da imitare
Ed invece, la bellezza incommensurabile del Ratto di Proserpina o di Apollo e Dafne la puoi quasi toccare e l’incanto che emana dalle sue forme Plutone nell’atto di circuire Proserpina o Dafne in procinto di trasformarsi in alloro toglie il fiato a chiunque, anche a chi di arte esperto non è. Per essere rapiti dall’arte del Bernini basta soltanto posare lo sguardo su una delle sue due opere più famose.
A questo vulnus si sta cominciando a porre riparo da poco. Sono recenti le trasmissioni in Tv di Alberto Angela nelle quali racconta, anche per immagini, il Ratto di Proserpina. Ma il gap da colmare tra la popolarità della Gioconda ed il Ratto di Proserpina è enorme.
Storytelling e marketing. C’è un modo per raggiungere la popolarità della Gioconda?
Si, c’è. Ed è lo storytelling affidato ai fruitori dell’opera. Cioè a chi la vede. In pratica alle immagini di coloro i quali, grazie al più popolare è diffuso mezzo di comunicazione di massa, cioè il telefonino e i social network, vogliono condividere questa magnifica esperienza che, tra l’altro, ha un costo non proprio economico. Il biglietto del museo presso il quale è conservata costa, infatti, 20€, come la tariffa più economica del Louvre.
Ma questa opzione è impossibile allo stato attuale. Infatti, rischia quasi l’arresto il visitatore imprudente che rapito dalla folgorante bellezza di Proserpina estratta dal marmo dal Bernini, si accinge a raccogliere e raccontare per immagini la sua singolare esperienza.
Perché non è possibile scattare una foto o girare un video con lo smartphone al Ratto di Proserpina? Una statua meravigliosa che penso proprio impossibile immaginare di danneggiare con una foto digitale?
Pur essendomi rivolto alle guardie del sevizio di sicurezza la mia domanda non ha ottenuto risposta, perché non lo sapevano. Semplicemente, così gli è stato ordinato dal Ministero. E dev’essere un ordine serio, perché la vigilanza è altissima e rigidissima.
Io penso di sapere perché è vietato fotografare il Ratto di Proserpina. Perché forse il Ministero pensa che quelle foto possano essere usate come materiale pubblicitario e farne fonte gratuita di guadagno. Una sciocchezza senza limite per diversi motivi. Il primo, perché un’immagine pubblicitaria dev’essere di altissima qualità ed è quasi impossibile ottenerla con uno smartphone. Il secondo, perché anche se fosse, il copyright delle immagini del Ratto di Proserpina sarebbe ampiamente ripagato dalla pubblicità che ne deriverebbe dall’eventuale uso commerciale.
Il risultato di questa visione e del divieto di scattare immagini con il cellulare al Ratto di Proserpina, che finirebbero immediatamente in rete in tutto il mondo in un minuto, finisce con l’impedire l’utilizzo gratuito del più efficace strumento di pubblicità gratuita del marketing. Lo storytelling affidato ai visitatori e fruitori dell’opera.
Ed ecco perché tu (forse) non sai qual è il museo che custodisce il Ratto di Proserpina, se non dopo aver consultato Google.
Per inciso, dopo le opportune rivendicazioni e richieste, con la sola, evidente, limitazione del flash, chiunque può scattare foto alle opere custodite al Louvre.
Appena scopri dove si trova il Ratto di Proserpina scrivilo nei commenti. Così cerchiamo insieme di fare un po’ di sana e meritata pubblicità ad un’opera sublime tanto quanto la meravigliosa Gioconda di Leonardo Da Vinci.
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